Mentre il nostro corrispondente per eccellenza, Tancredi Palmeri, vi tiene compagnia con le sue pillole legate ai Mondiali in Qatar, abbiamo fatto qualche ricerca per scovare gli aneddoti e i fatti più enigmatici delle edizioni passate.
L’invasione in campo del cane cileno – Cile, 1962
Jimmy Greaves era il miglior marcatore di tutti i tempi della squadra inglese (e lo rimane, tuttora, per il Tottenham). Ma, per alcuni, la sua carriera è legata ad un fatto accaduto mentre gareggiava contro il Brasile in un quarto di finale, che purtroppo si è concluso con una sconfitta. Cosa è successo? L’attaccante è riuscito a catturare un cane che aveva interrotto il gioco vagando in campo. Greaves si è persino messo in ginocchio per ammansire l’animale, che poi ha espresso la sua gratitudine urinando sulla maglia del calciatore.
“Ho sentito un cattivo odore, è stato terribile” – ha ammesso in seguito Greaves – “Ma almeno i difensori brasiliani mi stavano alla larga!”.
La vergogna di Gijón – Spagna, 1982
Il comportamento antisportivo di Germania Ovest e Austria fu così sospetto che la FIFA, in seguito, modificò le regole finali affermando che “entrambe le parti hanno negato il gioco scorretto, ma i loro stessi sostenitori li hanno accusati di aver screditato il gioco”.
Con l’Algeria al secondo posto che ha battuto il Cile 3-2 proprio il giorno prima, gli europei hanno iniziato il loro girone sapendo che una vittoria della Germania Ovest per 1-0 avrebbe aiutato entrambe a progredire, il tutto a spese degli africani. E, dopo che Horst Hrubesch portò in vantaggio i due volte vincitori dopo soli dieci minuti, la partita si è praticamente fermata a un punto morto, mentre i giocatori tornavano ripetutamente verso i propri portieri, lanciavano tiri lunghi a casaccio nella metà campo avversaria, apparentemente “allergici” ai contrasti.
L’enigma del rigore sbagliato di Diana Ross – USA, 1994
È quasi un segno premonitore che USA 1994 sia iniziato e finito con un rigore sbagliato. Diverse settimane prima che Roberto Baggio lancerà il suo decisivo – e rovinoso – tiro dal dischetto sopra la traversa, Diana Ross ha sprecato la sua unica possibilità di segnare dagli undici metri.
La scaletta prevedeva che la cantante, dopo aver attraversato il Soldier Field di Chicago, dovesse calciare un rigore, facendo gol e causando “l’esplosione” della porta. Ora, non sappiamo dirvi se la povera Ross non si fosse allenata troppo per questo tiro o se non avesse mai calciato in tutta la sua vita, ma sta di fatto che fece cilecca, calciando a lato il pallone. Naturalmente, la porta è esplosa comunque, ma lo spettacolo a cui hanno assistito i tifosi sugli spalti è stato qualcosa di tragicomico e forse di profetico, se pensiamo alla maledizione dei rigori… “Quel rigore sbagliato contro il Brasile me lo porterò dentro per sempre” (Roberto Baggio).
Le tre ammonizioni di Josip Šimunic – Germania, 2006
L’arbitro è l’inglese Graham Poll, tornato dalla Germania con la reputazione a brandelli dopo la combattuta sfida fra Croazia e Australia. Il dramma è iniziato al 90°, quando Josip Šimunic, già ammonito, riceve un secondo cartellino giallo. La norma vorrebbe che l’arbitro sommasse i due cartellini gialli ed estraesse il cartellino rosso, spedendo il calciatore negli spogliatori anzitempo. Ma l’arbitro Poll, probabilmente per una mera dimenticanza, non ha estratto nessun altro cartellino, e il calciatore venne sostanzialmente “autorizzato” a giocare gli ultimi minuti.
Le cose si sono fatte ancora più strane quando il croato collezionò un terzo cartellino giallo (record senza precedenti) e un’espulsione, ritardata al fischio finale.
Lo strano caso della boccetta di cloroformio – Uruguay, 1930
Bisogna risalire al torneo inaugurale in Uruguay del 1930 per vivere il momento più enigmatico nella storia della Coppa del Mondo. Durante l’irascibile semifinale degli Stati Uniti contro l’Argentina, il fisioterapista Jack Coll scese in campo per curare un americano infortunato. In modo piuttosto imbarazzante, è inciampato lungo il tragitto, rompendo un contenitore di cloroformio conservato nella sua borsa medica. Dopo averne inalato i fumi, Coll – privo di sensi – venne portato fuori dal campo.
Per aggiungere la beffa all’infortunio, la sua squadra venne anche battuta per 6-1, e, in seguito, si scoprì che il centrocampista Ralph Tracy aveva giocato gran parte del primo tempo con una gamba rotta.
I due palloni nella finale – Uruguay, 1930
A differenza di adesso, dove abbiamo palloni standard con design neutro, il Mondiale inaugurale in Uruguay non aveva nulla del genere. Questo non è mai stato un problema, fino alla finale, quando l’Argentina si rifiutò di scendere in campo usando il pallone fornito dai padroni di casa. D’altro canto, l’Uruguay si rifiutò di accettare la richiesta, e tutto rimase in stallo, finchè la FIFA fu costretta ad intervenire, decidendo di utilizzare il pallone argentino nel primo tempo, e quello fornito dall’Uruguay nella ripresa.
Inoltre, per questa partita, l’arbitro venne nominato solo poche ore prima del calcio d’inizio, e solo a condizione che la sua sicurezza venisse garantita. Si dice anche che avesse chiesto una barca per la fuga, nel caso le cose fossero andate male… Alla fine, entrambe le squadre sembravano aver ragione: a fine primo tempo, l’Argentina conduceva per 2-1, usando il proprio pallone, ma al rientro in campo, l’Uruguay segnò addirittura tre reti con l’altra sfera, e finì per vincere la prima Coppa del Mondo.
Il furto del trofeo e il cane Pickles – Inghilterra, 1966
In vista del Mondiale in Inghilterra del 1966, si decise di mettere in mostra il trofeo di quella edizione, esposto presso la Methodist Central Hall di Westminster. Scelta azzardata, però, perchè un ladro, misteriosamente, sfuggì alla sicurezza, fuggendo dopo aver rubato il trofeo. Si persero tutte le tracce per qualche ora, ma più tardi un cane di nome Pickles, che girava indisturbato in una zona residenziale nel sud-est di Londra, fece una scoperta straordinaria, ritrovando proprio la coppa sotto un cespuglio. Scartando un pacco di giornale, il padrone di Pickles, Corbett, riconobbe il trofeo Rimet, e lo restituì alla polizia e, in seguito, alla Federcalcio.
Successivamente, Corbett partecipò alla cena di celebrazione dei giocatori dopo il loro successo in finale contro la Germania Ovest. Oltre ad una ricompensa economica, la nomea di “bravo ragazzo inglese”: la finale perfetta.
Il furto della Coppa Rimet (di nuovo) – Spagna, 1982 (1983*)
No, non si tratta di un complotto di Corbett e di Pickles per ritrovare nuovamente il trofeo: in questa edizione il trofeo Jules Rimet fu effettivamente rubato e mai più ritrovato.
Dopo aver ottenuto il suo terzo trionfo in una Coppa del Mondo nel 1973, il Brasile ottenne la custodia permanente del trofeo. Così fu per i successivi 13 anni, fino a quando il trofeo venne rubato da quattro uomini. Condannati e poi fuggiti, tre di loro vennero nuovamente arrestati, dove rivelarono di aver addirittura sciolto il trofeo. Non sappiamo se la fine del trofeo fu veramente questa, sta di fatto che l’ubicazione della Coppa rimane ancora un mistero, e la Confederazione brasiliana si dovette accontentare – e consolare – con una copia dell’originale.
L’enigma di Ronaldo – Francia, 1998
Quello che accadde nel luglio 19998 è sembrato davvero un crudele scherzo del destino, capace di far deragliare la quinta missione iridata del Brasile. Una storia che riguarda uno dei migliori giocatori al mondo.
Nonostante la sua tenera età, Ronaldo Nazario, a soli 21 anni, si era già conquistato un posto nel pantheon dei grandi. Il 12 giugno, tutta la Francia si stava preparando per affrontare il fenomeno brasiliano, mentre nell’albergo che ospitava i verdeoro si era sollevato un caos. Tutta la Nazionale si era catapultata nella stanza del loro fenomeno per sincerarsi delle sue condizioni, dopo un attacco convulsivo. All’ora del tè, Ronaldo scomparve dall’hotel, ricomparendo sorprendentemente poco più di un’ora dall’inizio della sfida, direttamente allo Stade de France. In un primo momento escluso dai titolari, Ronaldo venne inserito solamente in seguito, ma non riuscì ad evitare che il Brasile subisse una storica sconfitta per 3-0.
Sono passati decenni da quel fatidico giorno, e le teorie sui complotti per fermare Ronaldo nemmeno si contano. La Francia e l’hotel sono stati accusati di aver tentato di avvelenare il cibo del Fenomeno, lo sponsor del Brasile (la Nike) chiese esplicitamente l’inclusione di Ronaldo nell’XI titolare indipendentemente dalle sue condizioni, dato l’enorme contratto di sponsorizzazione firmato dalla Nazionale (del valore di 160 milioni di dollari). Esistevano mormorii che accusavano il Brasile di ricevere tangenti per perdere la finale con la promessa di ospitarlo nel 2006; c’erano dita puntate contro i medici della squadra, accusata di avergli somministrato un anestetico 10 minuti prima dell’attacco, e la sua reazione venne attribuita alla droga, che entrò inavvertitamente nella vena dell’attaccante.