Gli Eroi del Triplete e la loro situazione attuale

Il 22 maggio del 2010 l’Inter scriveva la storia del calcio italiano, superando per 2-0 il Bayern Monaco in finale di Champions e conquistando uno storico e famigerato Triplete. I nerazzurri, infatti, diventano i primi nella storia del calcio italiano ad aver vinto campionato, coppa nazionale e Champions League nello stesso anno, traguardo che – in Italia – è tutt’ora esclusivo dei milanesi. Scopriamo allora dove sono finiti i protagonisti, gli eroi di questo storico traguardo.

Júlio César, l’Acchiappasogni

Il portiere brasiliano è stato forse uno dei principali artefici del Triplete, complice anche e soprattutto quella parata su Lionel Messi che è stata (forse) la firma definitiva sulla vittoria della Champions League. Il portierone carioca, lasciato l’Inter nel 2012, ha brevi esperienze con il QPR in Inghilterra, con il Toronto in Canada, con il Benfica in Portogallo fino a tornare a casa, al Flamengo.
Appesi gli scarpini al chiodo, dall’estate del 2019 è diventato Brand Ambassador proprio dell’Inter, inoltre ha iniziato una carriera da procuratore, e solo recentemente è entrato a far parte della squadra dei talent di Amazon Prime Video, che commenterà le gare di Champions League.

Maicon, il Colosso

Vero e proprio attaccante aggiunto, il terzino brasiliano ha mantenuto alti livelli per diversi anni. Dopo l’addio all’Inter nel 2012, tenta una stagione con il Manchester City, ma trovando poco spazio lascia l’Inghilterra la stagione successiva e torna in Italia, stavolta sponda Roma, sempre con il “suo” 13 sulle spalle. Nel 2017 torna a giocare in Brasile, ma il fascino dell’Italia si fa sentire, e il terzino firma, nel gennaio 2021, con il Sona, squadra neopromossa in Serie D, ma dopo nemmeno metà stagione decide di annunciare il suo ritiro e appendere gli scarpini al chiodo.

Lúcio, il Ministro della Difesa

L’esperto difensore brasiliano è stato grande protagonista di tutte e tre le finali vinte, il titolarissimo della difesa ha spiazzato tutti con i suoi numerosi cambi di casacca. Non tanto per le quantità: nell’estate 2009 passerà dal Bayern Monaco all’Inter, vincerà la Champions proprio nella finale contro il “suo” Bayern, per poi decidere di trasferirsi ai rivali storici della Juventus, nel 2012. Dopo nemmeno un anno di contratto, torna in Brasile per le brevissime esperienze al San Paolo e al Palmeiras. Dopo la parentesi indiana al Football Club Goa di Zico, torna in Brasile con la casacca del Brasiliense, ma nel gennaio 2020 dichiara di ritirarsi dal calcio giocato.

Walter Samuel, The Wall

Samuel, detto il muro, è pronto a dar la vita pur di non subire goal. Una frase che descrive appieno il difensore argentino, che anche dopo aver vinto tutto rimane saldo con i nerazzurri fino al 2014, quando dà l’addio ai campi dell’Italia per giocare al Basilea, con i quali resterà solamente due stagioni. Appesi gli scarpini al chiodo, torna nella Milano nerazzurra diventandone l’osservatore fino al 2017, per poi fare esperienza come vice allenatore al Lugano finché, nel 2018, entra a far parte dello staff tecnico della Seleccion argentina.

Cristian Chivu, Swarovski

Una vita in nerazzurro, per chi in nerazzurro ha chiuso la carriera, nel 2014: restando sempre fedele a quei colori. Dopo aver conseguito la licenza per allenare le squadre giovanili, la sua esperienza da allenatore è iniziata proprio sulla panchina dell’Under 14 dell’Inter, per poi essere promosso alla guida dell’Under 17 nerazzurra. Oggi allena la primavera nerazzurra.

Javier Zanetti, il Capitano

El Pupi” o “El Tractor” erano i soprannomi, ma per qualunque tifoso interista Zanetti sarà sempre ricordato come “Il Capitano”, con la C maiuscola. L’indimenticata bandiera dell’Inter approdò in nerazzurro nel ’95, e solamente nel 2014, dopo 858 presenze in diciannove anni di Inter e una sfilza di record, abbandonerà i milanesi, ma solo da giocatore: subito dopo il ritiro, infatti, è stato nominato vicepresidente, un ruolo che veste ancora oggi.

Esteban Cambiasso, il Cuchu

Anche il centrocampista argentino non ha lasciato i nerazzurri dopo il famoso Triplete, continuando a calcare il campo di San Siro fino al 2014, quando decide di cambiare aria, salutando il popolo nerazzurro e approdando al Leicester prima, dove disputa una sola stagione ma verrà subito eletto giocatore dell’anno, e all’Olympiakos poi, dove starà per due stagioni per poi decidere di ritirarsi dal calcio giocato. Dopo il ritiro ha seguito diversi corsi per conseguire la licenza di allenatore, e proprio a Coverciano ha ottenuto il patentino “UEFA A”. Dopo aver fatto parte dello staff tecnico della Colombia nei Mondiali 2018, oggi è un commentatore sportivo per Sky Sport.

Wesley Sneijder, il Cecchino

Lo chiamavano “Wesley Sniper” per come batteva le punizioni: centrava la porta e il boato dei tifosi detonava dentro San Siro. L’addio ai nerazzurri non è stato tutto rose e fiori: dopo l’Inter, una lunga parentesi al Galatasaray per poi fare delle brevi esperienze al Nizza e all’Al-Gharafa. Aveva annunciato l’addio al calcio giocato, ma dopo un breve periodo come dirigente all’Utrecht ha deciso di rimettersi in gioco allenandosi con una squadra della quinta serie olandese, dove gioca anche il fratello. Nel frattempo, è produttore di vini con Fabio Cordella, e gestisce anche un’Academy nella sua Utrecht per la formazione di giovani calciatori.

Goran Pandev, Gochi

Fu un rinforzo di gennaio di quella Inter, ma prestissimo diventò imprescindibile nell’11 titolare di Mourinho. Un altro giocatore “ballerino”, non per le qualità sulla pista, ma per il numero di casacche vestite. Dopo l’Inter, Napoli, Galatasaray, tanto Genoa per poi concludere la carriera al Parma, in Serie B, per poi annunciare il suo ritiro.

Samuel Eto’o, il Leone d’Africa

Con il calcio giocato ha chiuso dal 2019. Ma dopo l’Inter, Russia (Anzhi), Inghilterra (Chelsea prima, Everton poi), di nuovo Italia (Sampdoria), poi Turchia (Antalyaspor e Konyaspor) per chiudere la carriera in Qatar (Qatar Sports Club). Molto legato a tematiche sociali e allo sviluppo dello sport nella sua terra, è stato collaboratore (insieme a Drogba) del Presidente della Confederazione Calcistica Africana, e oggi ricopre il ruolo di Ambassador dei Mondiali 2022 in Qatar.

Diego Milito, il Prinsipe

Il vero Eroe del Triplete, colui che lo ha reso possibile grazie alla doppietta in finale contro il Bayern Monaco. Con i suoi gol determinanti, è rimasto nel cuore degli interisti, ricambiando sempre e comunque il sentimento. Dalla fine del 2017 è diventato segretario tecnico del Racing Club, in Argentina, lasciando il ruolo qualche anno fa per divergenze con la dirigenza. Nel frattempo, però, fondamentale un suo regalo agli interisti, il consiglio – quasi più un suggerimento – di comprare un certo Lautaro Martinez…

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