Tutto pronto per la finale andalusa
Siamo ormai prossimi alla finalissima dell’Europa League, infatti il titolo della seconda competizione europea verrà assegnato in finale unica il prossimo 18 maggio. L’ultimo atto del torneo si disputerà allo Stadio Ramón Sánchez Pizjuán di Siviglia proprio sul campo della squadra regina di questa competizione. Gli andalusi si sono aggiudicati l’Europa League per ben sei volte in altrettante finali disputate, un record assoluto e sono stati l’unica squadra capace di vincere questa coppa per tre stagioni consecutive. Le possibilità di avere una finale con il club di casa, o addirittura uno storico derby di Siviglia, sono sfumate però lo scorso marzo quando entrambe le andaluse sono state eliminate, il Siviglia per mano del West Ham mentre il Betis dall’Eintracht di Francoforte. La vittoria dell’Europa League ha assunto ormai una grande rilevanza e prestigio, infatti, per la vincente è previsto l’accesso ai gironi della Champions della stagione seguente oltre alla possibilità di giocarsi, contro i vincitori della Champions League, la Supercoppa Europa. Questi importanti bonus vanno ad arricchire il già cospicuo montepremi, costantemente in crescita, che le partecipanti alla competizione possono spartirsi in funzione dei risultati conseguiti nel corso del torneo.
C’era una volta la Coppa delle Fiere
A partire dalla stagione 2004-05, con l’introduzione di una “nuova” prima fase a gironi sullo schema della Champions League, la formula dell’allora Coppa Uefa venne stravolta (fino ad allora il torneo si era sempre disputato su turni ad eliminazione diretta con un’andata e un ritorno). Arriviamo così alla stagione 2008-09, quando il presidente della UEFA Michel Platini volle cambiare profondamente la seconda competizione europea per club che prese il nome di UEFA Europa League. Le modalità di accesso divennero uniformi, prevedendo tre squadre per ogni paese, di cui una la vincitrice della coppa nazionale se non già ammessa alla Champions League.
Cosa prevede la nuova formula?
- La prima classificata di ogni girone accede direttamente agli ottavi di finale a eliminazione diretta,
- la seconda disputa il play-off, per qualificarsi agli ottavi, contro una delle terze classificate nei gironi di Champions
- la terza disputa il play-off per gli ottavi di UEFA Conference League,
- la quarta viene invece eliminata definitivamente. Da questa fase, grazie all’ingresso nella competizione delle eliminate dal circuito a gironi della Champions League, il livello competitivo della manifestazione si alza sensibilmente.
Le fasi successive della competizione (ottavi, quarti e semifinale) si sviluppano con la classica formula ad eliminazione diretta con partite di andata e ritorno, la finale invece, come accadeva già dal 1998 per la “vecchia Coppa Uefa“, si disputa in partita unica. Un’altra novità, introdotta dalla stagione in corso per tutte le competizioni europee, è relativa all’abolizione della regola per cui a parità di gol segnati tra andata e ritorno quelli realizzati fuori casa valevano il doppio.
Cosa prevedeva la formula della Coppa Uefa?
Il modello era notevolmente diverso e prevedeva 64 squadre che si affrontavano in turni ad eliminazione diretta di andata e ritorno per tutta la competizione. Erano previsti i trentaduesimi, i sedicesimi, gli ottavi, i quarti, le semifinali e fino al 1997 addirittura due finali, una di andata e l’altra di ritorno. Alla Coppa UEFA partecipavano le squadre classificatesi alle spalle dei singoli campioni nazionali. Non era previsto un posto per la vincitrice della coppa nazionale, che partecipava alla Coppa delle Coppe e il numero di squadre era determinato per ogni singola federazione nazionale in base al ranking UEFA. Ecco perché Federazioni come la Germania, l’Inghilterra, la Spagna e l’Italia, anche in ragione dei risultati delle squadre nelle competizioni europee, hanno avuto sempre almeno due formazioni in questa competizione.
Una Coppa che parlava italiano
La Coppa Uefa, a differenza dell’Europa League (ancora mai vinta da nessuna italiana), ha rappresentato un terreno di conquista per le nostre squadre, soprattutto tra la fine degli anni ’80 e tutti i ’90, quando molti club del nostro campionato hanno alzato e si sono contesi questo trofeo fino all’ultimo, arrivando in semi finale o finale. Tra queste vale la pena citare alcune squadre di “provincia” come il Genoa, il Torino e la Fiorentina. Tante sono state le vittorie finali, come quella del Napoli di Maradona nel 1989, della Juventus nel 1990, in finale contro la Fiorentina, e poi nel 1993, l’Inter nel 1991, in finale contro la Roma, e poi nel 1994 e nel 1998, nella prima finale a partita unica contro la Lazio, anche il Parma raggiunse uno storico bis vincendo le edizioni del 1995 e del 1999, insomma un vero dominio italiano, un periodo di gloria difficilmente ripetibile. Per le nostre squadre, lo scenario attuale è molto diverso rispetto al glorioso passato, e anche in questa stagione la nostra cavalleria ha incontrato molte difficoltà: in Champions League tanto la Juventus quanto l’Inter si sono fermate agli ottavi e in Europa League solo l’Atalanta è riuscita a raggiungere almeno i quarti dove è stata però eliminata dal RB Lipsia. resta in scena solo la Roma a difendere il tricolore calcistico nella semi finale della Conference League, la Cenerentola delle competizioni europee alla sua prima edizione.