di Salvatore Santorelli
Con ogni probabilità c’è ancora un folto gruppo di persone che tiene ben distinte realtà apparentemente inconciliabili come i videogame e gli eSports da un lato, e l’Università e gli studi accademici dall’altro. Ma tale distinzione, con l’approdo di videogame quali Fortnite e FIFA 21 negli Atenei, non ha più ragione di esistere, o quantomeno non ha più ragione di esistere nelle sue forme più integraliste.
Il debutto degli sport elettronici in Aula Magna c’è stato grazie alla University League, competizione esportiva promossa e organizzata da 2Watch che nella sua prima edizione ha coinvolto tre università: Federico II, Parthenope e Roma Tre. L’iniziativa ha riscosso un buon successo, visto che gli studenti – circa mille – sono accorsi a iscriversi al torneo e sfidarsi nel titolo scelto, come detto FIFA 21 o Fortnite.
I 6 campioni, 2 per ogni università, hanno conquistato l’agognata finalissima, che si è svolta nella meravigliosa cornice di Villa Doria d’Angri e ha visto trionfare Pierucc su Fortnite e Reevox su FIFA 21. Successo importante per entrambi gli studenti-gamer, sul piano sportivo – va da sé – e su quello formativo – ciò è meno scontato – dal momento che in palio c’erano due borse di studio universitarie.
La prima edizione della University League si può dire riuscita, e forse lo sarà ancora di più quando in futuro si riuscirà a coinvolgere un numero più ampio di atenei. Per ora è passato il messaggio che gli eSports possono essere un tassello non irrilevante nel mosaico culturale della società, anche in ambiente universitario, lì dove cioè si producono e ricodificano le idee che fanno cultura e innovazione.
In attesa della seconda edizione della University League, che ci attendiamo arricchita nella formula e sempre più coinvolgente, la prima è stata sostenuta da importanti società: Tim, in veste di title sponsor; Eurospin (all’esordio assoluto negli eSports), in veste di premium sponsor; e Adidas, in veste di official supplier.