Alain Boghossian: “Il Parma mi ha regalato emozioni incredibili!”

“In diretta con…”, il nuovo format targato CFVB, ha ospitato tra le camere virtuali della piattaforma Twitch il campione del mondo Alain Boghossian. Il tutto è stato reso possibile grazie alla collaborazione con LeoVegasNews, il nuovo portale dedicato alle curiosità sportive. Un salto nel passato a ritmo di battute e aneddoti sconosciuti, un throwback tra i trofei vinti con la maglia del Parma e quella Coppa del Mondo con la Nazionale francese. 

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Gli anni di Parma da Buffon a Crespo

Ho avuto l’onore di scrivere la storia del Parma. Quella squadra era veramente incredibile!”. Inizia proprio dalle vittorie in maglia gialloblù il racconto di Alain Boghossian, una di quelle rose costruite per vincere, una formazione in grado di mettere paura a qualsiasi tipo di avversario. Buffon, Cannavaro, Thuram, Sensini, Fuser, Dino Baggio, Boghossian, Veron, Asprilla e Crespo solo per citarne alcuni. “Già in quegli anni Buffon era fortissimo. Trasmetteva grande sicurezza e tra i pali era fenomenale. Quel Parma aveva tutto. La fisicità con giocatori come Thuram, Cannavaro e Dino Baggio, la tecnica di Veron, e davanti il fiuto del gol di Crespo e l’imprevedibilità di Tino Asprilla. Mi ricordo il primo giorno quando i vertici della società si sono presentati al nuovo centro sportivo e senza girarci troppo intorno ci dissero che quella squadra doveva vincere, doveva lasciare un segno nella storia del calcio”. 

A Ferragosto in elicottero all’allenamento

Era Ferragosto, mi trovavo a Saint-Tropez in vacanza e dovevo andare a Parma per l’allenamento. Per le strade c’era troppo traffico e allora presi l’elicottero per non arrivare in ritardo”. Durante la diretta tra i commenti salta fuori l’aneddoto che non ti aspetti e a invitare Boghossian a raccontarlo è il responsabile della comunicazione del Parma di quegli anni: Enrico Cavalca. Alain allora ne approfitta e raccoglie con eleganza l’assist. “In quegli anni le multe si pagavano al minuto e io non potevo permettermi di arrivare in ritardo. Allora pensai bene di prendere l’elicottero per recarmi all’allenamento. Alzai il telefono e chiamai Enrico dicendogli che sarei arrivato dal cielo. Lui mi rispose ‘Ma smettila’, ma poco dopo si dovette arrendere quando atterrai al centro del campo.” 

La mitraglietta, un’esultanza copiata

Non facevo tanti gol, ma la mitraglietta era un mio marchio di fabbrica.”. Quando si pensa all’esultanza con una mitraglietta a tutti viene in mente subito Gabriel Omar Batistuta, ma non tutti sanno che il primo ad esibirsi in quel gesto fu proprio Alain Boghossian. “Quando segnavo andavo verso la curva e facevo la mitraglietta. Tutti si esaltavano vedendo quel gesto. Diciamo però che se chiedi oggi in giro la situazione è cambiata. Batistuta me l’ha copiata e lui faceva più gol di me, quindi oggi tutti si ricordano di lui.” Ecco spiegato il motivo, ecco svelato un altro aneddoto interessante del numero 14 della Nazionale campione del mondo. 

1998, l’anno d’oro di Alain Boghossian

Barthez, Blanc, Thuram, Lizarazu, Petit, Henry, Trezeguet senza dimenticare un certo Zinedine Zidane. “Zidane è il giocatore più forte con cui ho giocato. Ho avuto l’onore di allenarmi con un Maestro del calcio. Era un grande lavoratore, e uomo di grande rispetto.” La Francia quell’anno era senza dubbio tra i favoriti per alzare la coppa e diciamo che non tradì di certo le attese. I Mondiali del 1998 si tennero proprio in Francia e al via vennero presentate molte novità che resero la competizione ancora più coinvolgente. Per la prima volta a partecipare alla fase finale della Coppa del Mondo furono inserite 32 selezioni, spazio al Golden Goal, all’espulsione per fallo da tergo, alle tre sostituzioni e infine ai pannelli luminosi per indicare i minuti di recupero. La Francia guadagna la finale insieme al Brasile di Ronaldo e dei suoi giocolieri. L’inchiostro blu ha la meglio su quello verdeoro e il titolo dell’ultimo capitolo è: Francia campione del mondo. “Della finale mi ricordo molto bene la notte prima di scendere in campo. Il sonno era scomparso, era impossibile dormire. Tutta l’avventura la vivi con grande tensione, e in più giocavamo in casa e non potevamo sbagliare. Quando vai in finale devi vincerla, se no nessuno si ricorderà di te.” 

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Il Parma dei trofei, il Parma sul tetto del mondo

“Quel Parma era stato strutturato per vincere e noi non potevamo permetterci di perdere quella grande occasione!” Il centrocampista francese non ha di certo dimenticato quegli anni fatti di successi e di tanti sacrifici per salire sul tetto del mondo. “Non dimentichiamoci che in panchina avevamo un certo Malesani, un allenatore che tatticamente ci ha permesso di fare il salto di qualità definitivo. Alberto ha portato la sua esperienza tattica adattandola ad una squadra fortissima. Il Parma era incredibile.” Arriva il giorno decisivo, arriva il giorno dove vincere è l’unica cosa che conta. Lo Stadio Lužniki di Mosca ospita la finale della 28° edizione della Coppa Uefa, da una parte della riga in calce il Parma a rappresentare l’Italia, dall’altra il Marsiglia di Blanc, Bravo e Pirès. “Mi ricordo il giorno della finale di Coppa Uefa quando prima di entrare in campo sentivo i giocatori del Marsiglia dire: ‘Abbiamo già perso’. Quando siamo arrivati nel sottopassaggio dello Stadio, loro ci guardavano con gli occhi sbarrati. Fisicamente noi eravamo dei giganti, una squadra devastante. In quel momento mi sono girato verso Thuram e gli ho detto: ‘Non possiamo perdere, se no facciamo una figura di merda”. La vittoria schiacciante per 3-0 con le reti di Crespo, Vanoli e Chiesa chiusero i giochi al minuto 55 della ripresa e il resto è storia. 

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