Il nostro campionato, la Serie A, ha visto crescere e formarsi dei veri e propri campioni che si sono trasformati nel tempo in vere e proprie leggende del calcio italiano. In particolare, ci sono due bomber che hanno fatto la storia in campo, uno in maglia rossonera e uno con quella rossoblù: Giovanni Rivera da Alessandria, detto Gianni, e Luigi Riva da Leggiuno, detto Gigi.
Era il 19 aprile 1970. Incontro concluso con un pareggio per 0-0 allo stadio San Siro di Milano, teatro della sfida di domenica sera alle 20.45, quando i meneghini cercheranno gli ultimi punti per entrare in Champions League e gli isolani per certificare la partecipazione alla prossima Serie A. Anche allora fu la penultima giornata, e in quell’occasione i sardi arrivarono alla Scala del Calcio con lo Scudetto appena cucito sul petto una settimana prima nel 2-0 sul Bari all’Amsicora.
Il Pallone d’Oro
Le formazioni di queste due squadre vantavano i primi due candidati al pallone d’oro, che alla fine dei giochi verrà assegnato al capocannoniere rossonero, Rivera, inseguito con 21 punti dall’attaccante sardo, Riva, che si complimentò comunque con l’avversario. A parte la rivalità tra le due squadre, i due sono sempre stati ottimi amici, facendo coppia in Nazionale. Dopo l’incontro di quella primavera del ‘70, infatti, i due bomber non negheranno una foto ai giornalisti. Una foto storica, che racchiude tutto il talento e l’amicizia tra questi due giganti del calcio, divenuti poi leggende dei rispettivi club e simboli di un calcio diventato oggi romantico.
La formazione tattica da 10 e lode
Il Cagliari della stagione 1969/70 era un gioiello da Scudetto, e così fu. Costruita tutta dalla mente di Scopigno, chiamato anche “il Filosofo” per i suoi modi istrionici, puntò tutta la sua fiducia sul numero 11, Gigi Riva. Una formazione che nonostante potesse contare su un attaccante di lusso, non intimoriva molto le Signore di quei tempi come Juventus, Inter e Milan. Il Cagliari infatti, era costruito con appena 16 giocatori, ma tutti con una marcia in più. La formazione titolare vantava un mostro sacro tra i pali come Albertosi, accompagnato dalla linea difensiva composta da: Martiradonna, Zignoli, Niccolai e Tomasini, che occupava il ruolo di libero, poi preso da Pierluigi Cera quando il roccioso difensore di Palazzolo si infortunerà. A dare qualità in mezzo i vari Greatti, Cera, Nené e Domenighini, oltre a Brugnera, con la punta di diamante Riva, che poteva contare anche sul lavoro di Gori, compagno d’attacco ideale di “Rombo di Tuono”.
12 aprile 1970: la rivincita sarda
Così il Cagliari riuscirà a conquistare il suo primo e sin qui unico Scudetto, il 12 aprile 1970 contro il Bari, un evento straordinario che rimarrà nei cuori dei tifosi sardi e dei giocatori dell’epoca, ma in generale di tutto un popolo anche al di là del mero aspetto sportivo. Un sogno che ha permesso a “Rombo di Tuono” e alla Sardegna di scrivere una pagina indelebile, per uno Scudetto che a distanza di anni “non finisce mai”!