Ci hanno fatto sognare, talvolta arrabbiare e altre volte ci siamo commossi insieme a loro. Perché si sa, le vittorie sudate sono le più belle! Nel 2010 allenatori come Zaccheroni, Donadoni o Ventura erano protagonisti della scena calcistica, ma dove sono finiti oggi? Vediamo insieme quali sono stati i loro percorsi e le loro tappe di carriera più significative
Alberto Zaccheroni detto “Zac”
Zaccheroni è famoso per aver gestito una serie di top club della Serie A e per aver vinto lo scudetto con il Milan nel 1999. Ha iniziato la sua carriera manageriale a 30 anni, con il Cesenatico. Dopo aver seguito una serie di squadre, nel 1998, dopo il ritiro dall’Udinese, Alberto firma il contratto con il Milan. Dopo il trionfo milanista, Zac si concede una pausa durata tre stagioni, prima di firmare il suo nuovo contratto toccata e fuga con la Juventus, come sostituto di Ciro Ferrara, per poi approdare nell’agosto 2010, all’età di 57 anni sulla panchina del Giappone in veste di manager della Nazionale. Un’esperienza che regala a Zaccheroni grandi soddisfazioni e alla squadra la Coppa d’Asia AFC 2011 e la Coppa dell’Asia orientale EAFF 2013. Come atto finale, porterà la squadra di calcio del Sol Levante a qualificarsi nella Coppa del Mondo 2014 in Brasile.
“La prima parola che mi viene in mente dopo aver visto il Giappone in questo Mondiale è orgoglio. Sì, sono orgoglioso di averli allenati, questi ragazzi. E per allenati intendo proprio loro, quelli che hanno appena concluso l’avventura in Russia: a parte pochissimi elementi, li ho avuti tutti. Orgoglioso perché sono unici…”
Terminato il Mondiale 2014 Zac conclude questa avventura e lo rivedremo sulla panchina della Cina e infine con la nazionale degli Emirati Arabi. Dal 2016 ha iniziato a commentare le partite della Nazionale italiana in ambito televisivo.
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Gian Piero Ventura – “Mister Libidine”
Ex calciatore, ha debuttato professionalmente in campo con la FC Sestrese. In seguito, è diventato allenatore ed è stato l’ultimo responsabile della nazionale italiana prima dell’arrivo di Mancini. Tra alcuni dei migliori giocatori allenati da lui ricordiamo Giorgio Chiellini, Gianluigi Buffon e Claudio Marchisio. Ha iniziato la sua carriera come allenatore di calcio con la squadra giovanile della Sampdoria. Ha lasciato la Sampdoria nel 1981 per iniziare una carriera da Head Coach, partendo da diverse squadre dilettantistiche della Liguria. Nel 1993, Ventura firma con il Venezia.
Ora del riscatto
Sfortunatamente, i risultati ottenuti nella seconda stagione non sono stati quelli sperati, tanto da portarlo a rinunciare ad allenare la squadra. Il 26 giugno 2009, Ventura cerca il suo riscatto allenando il Bari, sostituendo l’esonerato Antonio Conte. Durante la conferenza stampa di presentazione, spiegherà che lui “allena per libidine” e da quel momento verrà soprannominato dai tifosi pugliesi “Mister Libidine”. Nel 2010, Ventura raggiunge il Torino in Serie B come nuovo allenatore, firmando un contratto, inizialmente di un solo anno. Questa collaborazione con i granata è durata in realtà più di quanto si poteva inizialmente pensare con la stagione 2013/2014 davvero eccezionale fino a rescindere l’accordo nel 2016, totalizzando 194 panchine e superando il record di presenze di Luigi Radice.
The day after Torino
ll dopo Torino vede il mister alla guida della Nazionale italiana come successore di Antonio Conte come commissario tecnico azzurro, un’esperienza non proprio felice per Ventura, che durante un’intervista riassumerà così:
“Allenare la Nazionale fu un errore madornale…”
Sarà esonerato dalla FIGC il 15 novembre 2017. Nell’autunno del 2018, Ventura dopo la grossa ferita con la Nazionale, accetta di allenare il Chievo in Serie A per un anno per poi dimettersi e firmare nel 2019 con la Salernitana in Serie B, ma per soli 2 punti non riuscirà a far raggiungere alla squadra i tanto sudati play-off e si dimetterà. Progetti per il futuro?
“In 35 anni è la prima volta che sono in attesa. Dentro mi è rimasta una voglia di calcio e di rivincita. Chi ha giocato ad alti livelli deve mettersi nei panni dei giocatori e non il contrario. Bisogna avere l’umiltà di calarsi in certe realtà. Sacchi e Sarri non hanno fatto i calciatori ad alto livello eppure hanno fatto qualcosina. Le idee non hanno età, dipende da cosa sei in grado di produrre”.
Roberto Donadoni – da ex centrocampista ad allenatore
Ex centrocampista dai piedi buoni, ha trascorso la maggior parte della sua carriera con la squadra rossonera del Milan,, prendendo parte a quasi 300 partite ufficiali tra il 1986 e il 2000. È diventato coach del Parma nel 2012 ed è stato uno dei pionieri della Major League Soccer. Donadoni ha iniziato la carriera da manager nel 2001, guidando tra le altre formazioni come il Lecco, il Livorno e il Genoa. Successivamente è stato nominato Head Coach della nazionale italiana, succedendo a Marcello Lippi, che si era dimesso dopo aver vinto la Coppa del Mondo nel 2006 in Germania.
Il dopo Italia
Dopo aver guidato l’Italia, con scarso successo negli Europei del 2008, Donadoni ha allenato il Napoli, il Cagliari e il Parma, fino al fallimento di quest’ultimo club nel 2015. Si è poi unito al Bologna nella stagione successiva, fino al 2018, una squadra a cui ha sempre creduto molto in cui continua a credere come si intuisce da questo estratto:
“Non dico cosa servirebbe al Bologna, son cose che spettano a Mihajlovic – ha affermato – Diciamo che mi sembra manchi poco per il salto in avanti. La squadra oggi è un’altra rispetto alla mia e per questo diverte di più. Lo dico senza fare polemiche, ma io avevo Krafth, Masina, Falletti e potrei continuare. Il Bologna se la gioca con tutti e sa divertire, non manca tanto al salto. Bisogna vedere se c’è la voglia di farlo”.
Dalla Cina a nuovi orizzonti…
Nel biennio 2019/2020, Donadoni firma un contratto come tecnico dello Shenzhen, ma durerà poco e dopo una retrocessione e una serie di sconfitte l’11 agosto del 2020 viene esonerato. Che cosa c’è all’orizzonte per questa nuova vita da allenatore? Rimangono ancora valide alcune indiscrezioni su una possibile panchina libera del Cile, ma per adesso nessuna conferma.
“Cile alla ricerca del c.t.? Me la cavicchio abbastanza bene e so farmi capire bene. Nella mia carriera ho avuto giocatori spagnoli, ma non ho avuto contatti con la federazione cilena. La situazione sarebbe intrigante, la Nazionale del Cile è importante e mi piacerebbe”…
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