Mbappè vs Messi: 6 segreti che li hanno resi campioni

I Tiromancino avrebbero cantato per l’occasione una romantica evergreen “Due destini che si uniscono”. Il nuovo e l’usato (stra)sicuro, il presupposto e la realtà, la promessa e il campione. Mbappè e Messi, due destini contro in una delle notti europee più importanti della stagione. La musica delle migliori occasioni, quella della coppa dalle grandi orecchie, quella, per intenderci, che alziamo a tutto volume per provare quel brivido che non va più via. La cosa interessante, e che non tutti sanno, è che entrambi i giocatori hanno una canzone registrata che porta il loro nome. Se da una parte il francese può contare su una rappata di JXSE, il “povero” Messi si deve accontentare di una “balerata” da terzo shottino di scadente qualità. Non si può essere sempre fortunati come Luca Toni in Germania, quella sì che era musica per le nostre orecchie. Ma adesso bando alle note e iniziamo a svelarvi i segreti che circondano le carriere di Kylian Mbappè e Lionel Messi.

Mbappè ma quanti soprannomi hai?

Partiamo dal soprannome più conosciuto: Donatello. Questo epiteto, (non è una parolaccia, ma semplicemente un dei tre sinonimi di soprannome che utilizzeremo per non essere troppo ripetitivi) gli è stato dato dai suoi compagni di spogliatoio al PSG, per la somiglianza allarmante con una delle celebri Tartarughe Ninja. Ma, questo non è altro che l’ultimo di una lista comunque corposa. Il suo primo nomignolo era stato “Mbebè” durante l’esperienza al Clarefontaine, un mix tra età e cognome dal sicuro successo. Il terzo appellativo e con questo concludiamo la lista dei sinonimi italiani conosciuti, è Bip-Bip. Altro giro, altro cartone animato, Beep-Beep e Willy il Coyote, cartoon che forse conoscerete in tre, vista la comparsa ingombrante di Peppa Pig, ma tant’è. Ne manca ancora uno, ed è il nickname affibbiatogli dai compagni di Nazionale, Razmoket. Un altro cartone animato che in Italia è conosciuto come i Rugrats, una banda di lattanti di grande personalità. Insomma, da quanto abbiamo capito ogni soprannome vale per Kylian e al prossimo autografo chiamatelo un po’ come cavolo volete, tanto lui si girerà comunque. 

Messi all’esordio è subito rosso

Tutti si aspettavano una perla all’esordio con l’Albiceleste e invece Messi ha tirato fuori dal cilindro una magia di gomito.
La nazionale Argentina affronta per l’occasione quella dell’Ungheria, e un giovanissimo Messi è seduto in panchina in attesa di entrare. Al minuto 63 arriva il suo turno, e dopo aver dato il cinque a Lisandro Lopez, fa il suo esordio con la maglia dell’Argentina. Passano 4 secondi esatti e la Pulce colpisce con il gomito Vilmos Vanczak. Rosso diretto e doccia anticipata. C’è chi sostiene che Lionel puntasse al record di specialità, ma David Pratt con i 3 secondi comanda nella classifica dedicata alle espulsioni più veloci della storia del calcio. 

Mbappè è più veloce di Bolt?

Leggende narrano di un Mbappè talmente rapido di essere in grado di giocarsela almeno alla pari con l’uomo più veloce del mondo, un certo Usain Bolt. Secondo quanto riportato da alcune statistiche, l’attaccante esterno francese nella gara tra Psg e Monaco avrebbe raggiunto i 38 chilometri orari in occasione della sua prima firma sulla gara. Se pensiamo che Bolt quando fece il record sui 100 metri raggiunse i 37,5 chilometri orari, allora il paragone può reggere. Ah, dimenticavo, stavamo andando anche noi di fretta, Kylian tra i piedi aveva il pallone. 

Coppa del Mondo? No, grazie. 

Le scelte nella vita sono la cosa più importante, e a volte non sempre ripagano. Questo è il caso di Leo Messi che tra le mura di casa può vantare un vero museo del calcio, ma non la Coppa del Mondo con l’Argentina. Ora vi sveliamo un piccolo aneddoto che non tutti si ricorderanno. Lionel arrivò a Barcellona alla giovanissima età di 13 anni e oltre alla maglia blaugrana gli venne proposta quella della Nazionale spagnola. La Pulce e il padre declinarono l’offerta, per il sogno di vedere un giorno, la bandiera dell’Argentina sventolare sul gradino più alto del mondo.

O lo comprate adesso o lo pagherete 50 milioni

Non tutti sanno che Kylian Mbappè a 13 anni fu ad un passo dal vestire i colori del Chelsea. Daniel Boga, l’ex scout dei Blues l’ha ammesso durante una recente intervista rilasciata a Goal UK. Nel 2012 gli venne consigliato da un amico che lavorava a Parigi, e Boga non si fece scappare l’occasione e andò subito a visionare il giovane. Bastarono pochi minuti, per decidere di portare il Kylian e la sua famiglia a Londra per un provino. Durante il test Mbappè impressionò tutti per la sua velocità e la sua tecnica in fase d’attacco, ma non convinse del tutto in quella difensiva. Tornarono tutti a Parigi, ma pochi giorni dopo il provino, il Chelsea richiamò Boga per visionare una seconda volta il ragazzino. La risposta della madre di Kylian non lasciò però alcun margine di trattativa. “Ascolta, il mio ragazzo non tornerà di nuovo. Prendetelo ora o sarete costretti a pagarlo 50 milioni in futuro”. Con la grinta di Paolo Montero e la sicurezza di Beckham da calcio piazzato, possiamo dirlo: lei ha vinto tutto. A distanza di quasi 10 anni, il cartellino di Mbappè ha un valore superiore ai 200 milioni di euro, e la cifra potrebbe lievitare ancora. In questo caso un saluto ad Abramovic è obbligatorio: “Roman ti saluta la mamma dell’enfant prodige”. 

La firma sul tovagliolo

Io, Charly Rexach, in presenza di Horacio Gaggioli e Josep Maria Minguella, sono d’accordo all’assunzione di Lionel Messi alle condizioni concordate nonostante il disaccordo interno del club“. Il primo contratto di Messi con il Barcellona è stato firmato su un tovagliolo di carta. Non ci credete chiedete a Gaggioli, intermediario incaricato dalla famiglia di Messi per chiudere l’accordo, e che quel pezzo di carta l’ha fatto incorniciare e chiudere in una cassetta di sicurezza ad Andorra a 200 chilometri di Barcellona. É tutto stramaledettamente vero: la prima firma di Messi in terra catalana è stata messa su un tovagliolo di carta. 

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