Paolo Rossi, l’ex attaccante dell’Italia scomparso a 64 anni, è visto in patria come l’eroe che ha guidato una squadra precedentemente screditata al titolo mondiale del 1982. Anche i brasiliani lo ricordano, ma per aver inflitto una sconfitta che è stata soprannominata nella storia del calcio come “la tragedia di Sarriá”, una batosta che molti ritengono abbia cambiato per sempre il calcio del paese verdeoro. Per chi non fosse ancora nato in quegli anni, ricordiamo che Rossi è stato il protagonista principale in una delle migliori partite di Coppa del Mondo mai giocate:
la vittoria dell’Italia per 3-2 sul Brasile nel secondo turno allo stadio Sarriá.
5 luglio 1982: la battaglia di Davide contro Golia
Il Brasile aveva deliziato il mondo giocando con una sfrontatezza apparentemente imprudente e vincendo le prime quattro partite. Ancora oggi, molti tifosi considerano la squadra, allenata da Tele Santana, come la più sfolgorante che il paese abbia mai avuto. L’Italia aveva superato la prima fase a gironi pareggiando contro Perù, Polonia e Camerun prima della sorprendente vittoria per 2-1 sull’Argentina. Rossi, con il suo aspetto fragilino e apparentemente fuori forma, era appena rientrato da una squalifica di due anni e fino a quel momento non si era particolarmente distinto in campo. Nessuno avrebbe mai immaginato, che quella partita giocata allo sgangherato stadio Sarriá di Barcellona avrebbe cambiato la storia del calcio brasiliano…
Italia batte Brasile 3-2: la tripletta più leggendaria di sempre
In quel momento, il Brasile cercava disperatamente un pareggio per raggiungere le semifinali ma dopo soli cinque minuti la difesa ha concesso a Rossi di sferrare un colpo di testa libero su cross di Antonio Cabrini. I sudamericani hanno pareggiato 7 minuti dopo con un gol che il telecronista della BBC John Motson ha commentato così:
“Questo gol riassume la filosofia del calcio brasiliano”.
Socrates ha passato la palla a Zico, che è scivolato tra due difensori infilando nuovamente un passaggio al compagno. Il “Dottore” è entrato a grandi passi col suo stile inimitabile e ha lanciato un tiro tra il portiere Dino Zoff e il primo palo, sollevando un nuvolone di polvere alla John Wayne mentre attraversava la linea, un’altra immagine che resterà sempre impressa nei tifosi più nostalgici… Questo avrebbe dovuto preparare il Brasile a una comoda vittoria ma, dopo 25 minuti, il passaggio laterale di Toninho Cerezo è stato intercettato da Rossi che ha riportato l’Italia in vantaggio. Falcao ha pareggiato dopo l’intervallo ma qui c’è stato il vero miracolo, grazie al passaggio di Tardelli che ha permesso all’eroico numero 20 di segnare, entrando a gamba tesa nelle leggende del calcio mondiale.
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Fonte: Youtube
Come ha influenzato il gioco brasiliano la vittoria dell’Italia?
Ancora oggi, molti brasiliani sostengono che la sconfitta del 1982 ha portato un cambiamento profondo e permanente nel loro gioco, che è diventato progressivamente più offensivo e aggressivo, alla costante ricerca del gol tutti i costi, raggiungendo nei mitici anni Novanta fino a 50 o 60 falli a partita.
“Se avessimo vinto quella partita, il nostro calcio sarebbe stato diverso. Invece, abbiamo iniziato a creare un gioco basato sul raggiungimento del risultato a qualunque costo, un calcio basato sul fallo “, ha detto una volta Zico.
Altri hanno sostenuto che il Brasile fosse semplicemente ingenuo, mettendo in campo quattro centrocampisti creativi, un esterno e un attaccante, uno stile che non sarebbe sopravvissuto comunque. In un’intervista congiunta con Zico due anni fa, il Sig. Rossi ha ricordato come, durante la sua prima visita in Brasile nel 1989, gli fu ordinato di scendere da un taxi quando l’autista lo riconobbe.
“In realtà, ho molti amici brasiliani e c’è molto affetto, rispetto”, ha detto. “Non mi vedono solo come il giocatore che una volta ha segnato tre gol contro il Brasile, c’è molto di più.”
“Ciò che mi rende orgoglioso è che abbiamo battuto non solo il Brasile, ma quel Brasile … La squadra del 1982, una squadra straordinaria di campioni incredibili”.
Ora, non ci resta che sperare nel ritorno a casa della tanto contesa maglia numero 20 indossata quel magico 5 luglio1982 dal hombre del partido!
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